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Nella giornata dedicata alla celebrazione internazionale dei diritti delle donne, Roma è stata teatro di una potente dimostrazione di solidarietà e protesta.

Il corteo organizzato dall’associazione transfemminista “Non una di meno” ha visto la partecipazione di migliaia di manifestanti, uniti nel chiedere la fine della violenza patriarcale e nel contestare le politiche governative, sia a livello nazionale che internazionale. Con uno striscione in testa contro il genocidio e bandiere della Palestina sventolate con forza, i manifestanti hanno percorso le strade della Capitale, partendo dal Circo Massimo.
L’appello per uno “sciopero totale transfemminista” ha risuonato forte, mettendo in luce la guerra come estrema manifestazione di violenza patriarcale e sostenendo la lotta del popolo palestinese contro l’occupazione e l’apartheid. Il corteo ha anche mirato a criticare le politiche economiche attuali, percepite come favorevoli alla precarietà e al deterioramento del welfare, aumentando il carico di lavoro non retribuito, in particolare su donne e lavoratori precari.
Tra le note di Loredana Bertè, simbolo di indipendenza e forza, e le stime di partecipazione che variano tra le 10.000 e le 30.000 persone, la marcia ha lasciato un segno indelebile, simboleggiando la determinazione nel lottare per un mondo più equo e libero da discriminazioni. Azioni simboliche, come la copertura del manifesto elettorale di un’europarlamentare della Lega con messaggi a favore della Palestina e la denuncia contro figure pubbliche accusate di minimizzare la violenza sessuale, hanno evidenziato la volontà di non accettare passivamente narrazioni ingiuste o compiacenti nei confronti dei diritti delle donne e delle minoranze.
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