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Ieri mattina il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha incontrato gli studenti del Liceo Virgilio di Roma, dove lui stesso ha studiato tra il 1968 ed il 1973.

Il cardinale – riferisce il Sir – ha invitato tutti a riguardare le immagini della guerra, come quella di Irina, la donna incinta portata fuori dall’ospedale e morta insieme al suo bambino, o quella del padre che tiene in braccio il corpo del figlio avvolto in un telo insanguinato, ricordando a tutti che “quelle sono le immagini della guerra che dovremmo ricordare in ogni momento, per evitare di viverla con distacco, quasi fosse un videogioco, non rendendoci conto del dolore che causa”.
Ha aggiunto il card. Zuppi: “Quanti dei vostri bisnonni che hanno vissuto la guerra, non hanno voluto parlare, perché era troppo brutto, perché hanno fatto delle cose che non avrebbero mai immaginato di fare, perché poi te la porti tutta la vita”.

“La guerra fa schifo. Noi dobbiamo fare di tutto perché la guerra non ci sia. Spegnere l’incendio della guerra, come si vede, è difficilissimo”, ha proseguito Zuppi invitando i ragazzi a una presa di coscienza.

“Siamo coinvolti sempre se c’è una guerra, perché è un’unica terra e, come il Covid, arriva dappertutto, perché è una violenza che inquina”, ha continuato il presidente della Cei ricordando anche i Giganti e Gianni Morandi che protestavano attraverso le loro canzoni, portando all’attenzione degli ascoltatori la cattiveria della guerra in Vietnam: “Oggi che è ancora più evidente il conflitto, si lotta di meno. Ognuno di noi può fare moltissimo – ha proseguito il card. Zuppi – ma facciamo davvero troppo poco” riferendosi alla guerra in Ucraina. In conclusione ha lasciato ai ragazzi un senso di urgenza: “Ho l’impressione che facciamo fatica a capire la guerra. E prima lo facciamo, meglio è”.


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