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Sono anni che le case famiglia di Roma chiedono l’aggiornamento delle tariffe per l’erogazione dei servizi. Il 14 novembre, durante un lungo convegno in Campidoglio, la onlus Casa al Plurale ha raccontato all’amministrazione e alla stampa qual è l’importanza degli enti gestori del terzo settore, che da anni svolgono per conto del Comune un servizio fondamentale: accolgono persone con disabilità lievi e gravi, minori e madri sole con bambini in luoghi sicuri, accompagnando gli individui in difficili ma fondamentali percorsi di autonomia, dando supporto e respiro alle famiglie d’appartenenza. Inoltre, hanno ribadito la necessità di aggiornare i costi, per evitare un graduale impoverimento dell’offerta e la chiusura delle strutture strozzate dall’inflazione e dal caro energia.

Casa al Plurale, fondata nel 2006, unisce 29 associazioni sul territorio regionale, per un totale di 54 case famiglia solo nel comune di Roma. Il presidente, Luigi Vittorio Berliri – che gestisce anche due case per disabili adulti a Serpentara, nel III municipio – ancora una volta denuncia la necessità di un aggiornamento delle tariffe da parte del Comune: “A fine luglio avevamo ricevuto promesse – commenta a RomaToday – siamo arrivati a metà novembre. Durante il convegno (al quale era presente l’assessora alle politiche sociali Barbara Funari, ndr) abbiamo raccontato 25 anni di storia, spiegando cos’è l’esperienza della casa famiglia, a cosa serve, a chi serve. Abbiamo fatto parlare i genitori degli ospiti, tra loro un signore di 90 anni che è arrivato fino in Campidoglio per raccontare l’esperienza di suo figlio. Mi ha fatto piacere sentire la dirigente del dipartimento politiche sociali che ha confermato quanto i costi presentati dal nostro coordinamento siano assolutamente congrui”. Per l’occasione Casa al Plurale ha regalato alle istituzioni dei pupazzi a forma di oca, perché come le oche che difesero il Campidoglio dall’assedio dei Galli con il loro starnazzare frenetico, le case famiglia difendono la dignità di Roma con il loro servizio ai più fragili.

A conti fatti, Berliri spiega che l’aumento tariffario dovrebbe corrispondere “a esattamente 97 euro a persona al giorno – dichiara – perché il servizio che si eroga diventi sostenibile. Attualmente è di 144 euro, c’è stato un aumento nel 2019, ma da quell’anno ad oggi il costo è incrementato di 15 euro, secondo l’aggiornamento Istat. Poi bisogna metterci le bollette: me n’è arrivata una da circa 2.000 euro, nello stesso periodo nel 2021 erano 500. E’ quadruplicata”. Per non parlare del carovita, con un’inflazione record che è tornata a quella di metà anni ’80.

Fonte: Roma Today

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