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Nella mattinata di oggi, cinque attiviste del movimento femminista “Bruciamo tutto” hanno organizzato una protesta sul Lungotevere in Sassia, bloccando il traffico e cosparso le strisce pedonali con vernice viola e fucsia. La manifestazione ha incluso anche una danza della pizzica, interpretata come un atto simbolico per liberarsi dal “veleno del patriarcato”.

Le attiviste hanno dichiarato che la loro azione mira a sensibilizzare sulle problematiche legate alla violenza di genere, sottolineando che ogni tre giorni una donna viene uccisa in Italia. Il loro obiettivo è sradicare il patriarcato e garantire un reddito per le donne vittime di violenza domestica.
Il blitz ha avuto luogo vicino al complesso monumentale Santo Spirito in Sassia, dove si stava svolgendo un evento con la partecipazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Le attiviste sono state insultate e attaccate dagli automobilisti e successivamente fermate dagli agenti della Polizia Locale e della Polizia di Stato. Le cinque attiviste sono state identificate e portate in commissariato.
La danza della pizzica è stata descritta come un rituale di liberazione simile a quello delle donne “tarantate” nel sud Italia, usato per sfogare l’isteria e liberarsi da presunti veleni. Nel contesto dell’azione di “Bruciamo tutto”, la danza è stata interpretata come un modo per liberarsi dal “veleno del patriarcato”.
Il movimento “Bruciamo tutto” si presenta come un movimento di liberazione che si oppone al sistema patriarcale, sostenendo che il governo non ha affrontato adeguatamente la gravità della violenza di genere nel paese.
La richiesta principale del movimento è un miglioramento del reddito di libertà già esistente, con un contributo mensile di 400 euro per un massimo di 12 mesi alle donne vittime di violenza. Le attiviste criticano la lunghezza e la burocratizzazione del processo per ottenere tale contributo.

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