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La modifica dell’imputazione da parte della Procura di Perugia nei confronti di Luca Palamara “consegue ad una serie di contatti intercorsi con la difesa” dell’ex magistrato “che aveva prospettato la possibilità di definire non solo il già citato processo pendente presso il primo collegio ma anche quello appena avviato in udienza preliminare che pure lo vede imputato di corruzione”: è quanto spiega l’Ufficio guidato da Raffaele Cantone in un comunicato.

“L’Ufficio si è determinato nel senso indicato – è detto ancora nella nota – perché in tal modo, in linea con lo spirito della recente riforma Cartabia, possono rapidamente definirsi due procedimenti di particolare complessità che avrebbero significativamente impegnato l’ufficio inquirente e quello giudicante nei prossimi anni.

La modifica dell’imputazione, con la derubricazione del reato in una fattispecie introdotta solo nel 2012 con la legge anticorruzione che, pur meno grave della corruzione, rientra comunque nel novero dei reati contro la pubblica amministrazione, lascia immutato, del resto, il quadro delle acquisizioni investigative compiute nel corso degli anni dell’ufficio ed appare altresì coerente con un recentissimo orientamento della Cassazione, espresso nel novembre del 2021 nel procedimento contro un ex sindaco di Roma.

In quella occasione, la Suprema Corte aveva proceduto a riconfigurare la contestazione di corruzione, elevata nei confronti dell’ex sindaco, affermando dovessero qualificarsi come traffico di influenze illecite quei comportamenti con i quali il pubblico ufficiale, in cambio di una utilità promessa o ricevuta, si presta a porre in essere una mediazione illecita per influenzare le decisioni di altri pubblici ufficiali”.

 

ANSA


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