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Dilagante, inarrestabile, ubiquo. Vittorio Sgarbi pare non volersi fermare nell’aggiungere esperienze al suo curriculum, denso accademicamente e ora anche politicamente. Sottosegretario alla Cultura, neo consigliere regionale in Lombardia, primo cittadino uscente di Sutri, pro sindaco di Urbino e ora, dopo avere declinato la candidatura al Comune di Arpino si propone però come futuro assessore alla cultura del comune ciociaro noto per avere dato i natali a Cicerone e per l’annuale Certamen, la gara di versione dal latino che richiama ogni anno centinaia di liceali da tutto il mondo.
“Non mi candido a sindaco di Arpino ma sono pronto a fare la mia parte per valorizzare questo splendido Comune. Se lo vorrete sarò il vostro assessore alla Cultura”, ha detto ieri Sgarbi in una conferenza stampa convocata proprio per comunicare la sua decisione. Il sottosegretario nei giorni scorsi aveva preso in considerazione l’ipotesi di raccogliere l’eredità politica del sindaco civico ad Arpino, Renato Rea, giunto al limite dei due mandati. Sgarbi è primo cittadino uscente a Sutri, centro della Tuscia e forse la rinuncia ad Arpino anticipa la voglia di bis nel centro del Viterbese. Proprio domani comunicherà se vorrà tentare la carta del secondo mandato sostenuto da una civica guidata dall’attuale vice Lillo Di Mauro e dalla Lega, mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno già l’accordo per sostenere Matteo Amori.

ansa


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