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Alberto Asor Rosa muore oggi, 21 dicembre, in un ospedale di Roma. Dopo un primo miglioramento delle sue condizioni di salute, oggi il declino: ci lascia così, con un grande vuoto, un uomo che ha fatto la storia della storia e la storia della letteratura. Asor Rosa, classe 1933, si diplomò al Liceo Augusto di Roma per poi proseguire gli studi presso La Sapienza, con l’altrettanto celebre relatore Natalino Sapegno.

Una carriera insieme letteraria e politica

A lui si devono la progettazione e la direzione della collana Einaudi “Letteratura italiana”. La sua è stata una carriera lunga e fittissima: dalla collaborazione con innumerevoli riviste (“Mondo Nuovo”, “Quaderni Rossi”, “Classe Operaia”) alla direzione di spicco di “Contropiano” e “PCI Rinascita“. Questo lo stesso partito dal quale si era allontanato nel 1956 per poi farvi ritorno nel 1972. Nel biennio 1979-1980 è deputato per il Partito Comunista Italiano. Per sempre celebri i suoi lavori, di cui una minima parte rappresentati da: Thomas Mann o dell’ambiguità borghese (1971); Intellettuali e classe operaia: saggi sulle forme di uno storico conflitto e di una possibile alleanza (1973); alcuni studi sul Seicento (La cultura della Controriforma, 1974; Galilei e la nuova scienza, 1974; I poeti giocosi dell’età barocca, 1975; La lirica del Seicento, 1975); il contributo su La cultura (2º tomo del vol. Dall’Unità a oggi, 1975) nella Storia d’Italia Einaudi.

Ne danno oggi il triste annuncio della morte le due figlie, Angela Asor Rosa e Laura Asor Rosa. La prima ha così commentato la dipartita del padre: “Doveva uscire questo venerdì. Sembrava stesse meglio ma ha avuto un improvviso arresto cardiaco. Negli ultimi due anni mio padre ha avuto una salute traballante dovuta a problemi cardiaci e polmonari”.

Addio a un grande politico, studioso e uomo. 


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