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Tra caro-bollette e inflazione, adesso ci si mettono anche gli affitti. Problemi anche per le migliaia di persone si trovano a dover discutere il rinnovo contrattuale con i padroni di casa, in particolare se si tratta di locazioni standard di lungo periodo, quindi con la formula 4+4. Infatti, secondo quanto analizzato dalla società di intermediazione immobiliare Abitare Co., a Roma in media l’aumento sarebbe, del 19,9%. (Quindi chi paga un affitto di 800 euro, potrebbe nel 2023 arrivare a quasi 960 euro). Il canone medio arriverebbe, secondo lo studio, a 1.365 euro al mese per un bilocale da 70 mq,

Nella Capitale, nel 2015 erano 25.336 i contratti d’affitto di lungo periodo stipulati, con una superficie media di 83,7 mq che oggi si è abbassata a 79,3. Gli incrementi maggiori vengono registrati soprattutto nelle aree periferiche, con un +33,3% di prospettiva rispetto a 8 anni fa, ma anche nei quartieri semi-centrali ci sarà un aumento superiore al 24%. Più moderati gli aumenti sugli affitti in centro (+7,7%) e nelle zone di pregio (+14,4%).

Per comprendere il contesto attuale, basta farsi un giro su alcuni dei principali portali di annunci immobiliari. In zona Pinciano-Parioli un appartamento di 63 mq viene messo in affitto a 1.700 euro al mese, mentre uno di taglio più grande (76 mq) arriva a 1.900 euro al mese. In zona Coppedè/Trieste a due passi da piazza Mincio ci vogliono 1.300 euro al mese per 60 mq mentre a piazza Eulide per 80 mq servono 1.450 euro. Spostandosi più verso la periferia, ma ancora in una zona ben collegata e ricca di servizi come Sacco Pastore (Montesacro), vengono richiesti 900 euro per un appartamento di 70 mq.

Le parole di Giuseppe Crupi di Abitare Co. che commenta cosi la situazione :“Oltre alla revisione dei contratti in scadenza, con degli inevitabili aumenti, bisogna poi aggiungere un potenziale incremento delle spese condominiali, il che porterebbe il canone totale mensile a un livello non più sostenibile per molte famiglie che, a quel punto,  si vedranno obbligate a cambiare zona o addirittura città, spostandosi dove i canoni sono più bassi. C’è invece chi, spinto dagli aumenti, opta per l’acquisto di una nuova abitazione, anche se le rate di mutuo sono più care a causa dell’aumento del costo del denaro. Da una nostra recente indagine su un campione di 1.500 famiglie oltre l’80% ha risposto che sarebbe disposto a pagare un affitto più alto del 15%, rispetto a quanto paga oggi, per una casa nuova dotata di servizi comuni.”


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