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E’ in corso lo sgombero dell’appartamento, in via Guido Vicon,  di Roberto Spada, esponente del clan di Ostia noto per la vicenda dell’aggressione ad un giornalista della Rai durante una intervista.

L’attività è svolta dai carabinieri del nucleo investigativo del gruppo Ostia e al momento, tranne qualche animata protesta, non si segnalano criticità.

Spada, già sottoposto a sorveglianza speciale per tre anni e con il divieto di lasciare Roma, è in attesa di conoscere l’esito della Cassazione sulla rideterminazione della pena a seguito della sentenza della corte di assise d’appello che lo ha condannato a 10 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso.

 

La vicenda

L’operazione arriva al termine delle indagini sull’appartamento partite dopo la denuncia dei carabinieri dello scorso mese di marzo, quando riscontrarono a Spada il reato di furto aggravato di energia elettrica: il fratello del boss Carmine si allacciava abusivamente dal suo alloggio occupato alla rete di un gestore. Poco dopo, grazie al lavoro investigativo dei carabinieri di Ostia e della procura, una scoperta ancora più interessante. Secondo quanto emerso, la coppia si sarebbe introdotta nel 2006 in quell’immobile, dopo uno “scambio” proposto a una donna.

Questa che prima viveva nell’appartamento via Vincon, infatti, era regolare assegnataria della casa all’interno 14 e occupante abusiva di quello all’interno 13, due case poi unite in un’unica dimora. Secondo quando ricostruito dagli inquirenti, il 17 giugno 2006 Spada e la compagna proposero e ottennero lo scambio. I due riescono così a ottengono la casa in via Vincon, mentre in cambio le danno un appartamento in via Marino Fasan, già in precedenza occupato proprio dalla moglie di Spada. Il tutto in assenza di autorizzazioni da parte del Comune di Roma.

Eppure, secondo Spada e la moglie, lo sfratto e quindi lo sgombero erano il “solito teatrino”. Questa la versione dei fatti che i due avevano scritto con un post su  Facebook, prima di cancellare il messaggio lasciato dopo la notifica di sequestro dell’appartamento occupato abusivamente da 17 anni. Sul “teatrino” oggi è calato il sipario.


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