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“I riders chiedono sicurezza. Non è possibile morire per fare una consegna. La città e buia e le strade sono dissestate”. Queste le parole delle decine di riders venute oggi in presidio nella piazza del Campidoglio, per chiedere che si faccia qualcosa per la situazione che sono costretti a vivere per poter lavorare. All’assemblea pubblica, indetta da Filt-Cgil Roma-Lazio, Fit-Cisl Lazio, UIL trasporti Lazio, tante le testimonianze. “Siamo la categoria più debole e più colpita. La mia schiena è a pezzi e non è una metafora. Non sarebbe così se ci fossero strade asfaltate. La mia speranza è vana, ma sarebbe opportuno che le cose iniziassero a funzionare”, dice una ragazza. “Mi sono rotto un braccio un anno fa e ho ancora problemi. Ho preso una buca, la strada era talmente disastrata che con la pioggia non si vedeva nulla.
Quello che chiedo al sindaco è di darci maggior sicurezza e di poter utilizzare le corsie preferenziali che usano autobus e taxi”, racconta un altro rider. “Dopo i tragici episodi che si sono succeduti in questi mesi, in cui alcuni rider hanno perso la vita, è necessario reagire facendo tutto il possibile per garantire la salute e sicurezza della categoria e per sostenere la qualità dell’occupazione”, ribadiscono i segretari generali della Filt-Cgil di Roma e Lazio, Fit-Cisl del Lazio e Uil Trasporti Lazio, Eugenio Stanziale, Marino Masucci e Maurizio Lago.

ANSA


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