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Architetti ed artisti. Oltre 400 opere tra modelli, documenti e disegni, progetti, allestimenti, fotografie. E carteggi di alcuni grandi protagonisti dell’architettura del ‘900. BBPR, Costantino Dardi, Vincenzo Monaco e Amedeo Luccichenti, Luigi Moretti. Cmpongono tutti la mostra “Architetture a regola d’arte”, in programma al Maxxi di Roma fino al 15 ottobre. A cura di Luca Galofaro con Pippo Ciorra, Laura Felci, Elena Tinacci, il progetto espositivo presenta autori diversi. Nel loro sodalizio, creativo ma anche umano, con alcuni grandi artisti. Da Saul Steinberg a Costantino Nivola, da Daniel Buren a Giuseppe Capogrossi. E ancora Pietro Consagra, Antonio Corpora, Nino Franchina, Giulio Paolini, Gino Severini, Giuseppe Uncini. Per indagare la stretta relazione e la contaminazione tra architettura e pratica artistica.

Il percorso di quattro stanze

Il percorso si struttura in una sequenza di quattro stanze, ognuna dedicata a uno studio di architettura. Di essi sono raccontati i progetti, la storia e la relazione con gli artisti, ma anche le personalità di ciascun architetto. Tutto grazie a lettere personali, schizzi e fotografie. Apre l’itinerario l’ambiente dedicato allo Studio BBPR, con un focus sul progetto di restauro e musealizzazione del Castello Sforzesco a Milano.Si prosegue con la stanza dedicata a Costantino Dardi: qui un traliccio “ispirato” agli allestimenti dardiani accoglie le opere. Dialogando con la scultura di Uncini al centro della sala e con gli altri progetti esposti. Infine, la stanza di Monaco-Luccichenti, in cui si trovano anche le fotografie commissionate dal Maxxi a Giovanna Silva. Per raccontare gli interventi artistici realizzati per i progetti dei due architetti romani da autori di grande importanza e quella di Luigi Moretti. Egli con il suo film su Michelangelo e sulle pareti e nelle teche disegni e modelli che testimoniano lo studio dei maestri del passato. Fino al 26 febbraio, è possibile visitare “Digital Antibodies”, a cura di Ilaria Bonacossa con Eleonora Farina: tre artisti italiani (Danilo Correale, Irene Fenara e il duo Invernomuto) costruiscono uno spazio di libertà e resistenza all’inesorabile dittatura della tecnologia, offrendo la prospettiva di nuove relazioni tra i nostri corpi digitalizzati e la realtà contemporanea.

tre anonime isole-ufficio

Ad aprire il percorso è A spectacular miscalculation of global asymmetry di Correale: tre anonime isole-ufficio, in cui una serie di computer lasciati in modalità screen saver proiettano ipnotici video in loop, interagiscono visivamente con opere pittoriche che rappresentano dati e statistiche. Nell’opera “Struggle for Life” – costituita da un video su un i-Watch indossato dal personale di sala – Irene Fenara riflette invece sullo stretto e ambiguo rapporto tra uomo e tecnologia, sul meccanismo della sorveglianza contemporanea e sulla libertà individuale che può arginarla. In un viaggio metaforico tra Italia e Francia, il duo artistico Invernomuto, formato da Simone Bertuzzi (1983) e Simone Trabucchi (1982), nel lavoro “Vers l’Europa deserta, Terra Incognita” (2017) indaga i modelli di autorappresentazione condivisi dai giovani nelle periferie espanse delle metropoli europee.


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