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Biagio Sparapano, malato da tempo, muore per cause naturali lo scorso 29 novembre. Tor Bella Monaca imbandisce un addio in grande stile tra lanci di rose e clacson. Questo l’estremo saluto dedicato a Biagio Sparapano, morto a 65 anni, uomo di spicco nell’omonima famiglia celebre per spaccio di droga, capo della famiglia alleata con i Moccia e i Cordaro, vicino alla cosca di ‘ndrangheta dei Gallace di Nettuno. Il giorno dopo Tor Bella Monaca, a partire da mezzogiorno, ha optato per un funerale in grande stile: la celebrazione si apre presso la Chiesa di viale Cambellotti, con lanci di rose e fuochi d’artificio, e prosegue nel pomeriggio dello stesso mercoledì tra via Santa Rita da Cascia e via Scozza. Sfrecciano le macchine e proseguono a suon di clacson, chi non è in strada è affacciato dal balcone della propria casa per assistere alla scena. Alcuni rimangono indignati e dilaga lo scetticismo per i festeggiamenti in onore di Sparapano. Il secondo rapporto Mafie nel Lazio, nel 2016, non gli aveva dedicato di certo la stessa riconoscenza: “Biagio Sparapano, fratello di Bernardo contiguo al narcotrafficante internazionale Mario Santafede. Biagio Sparapano risulta condannato assieme a Santafede per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, nonché coinvolto in indagini sullo spaccio di stupefacenti tra Nettuno ed Anzio”.


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