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Giandavide De Pau é il cinquantunenne accusato dei tre omicidi di Prati. L’uomo ha ucciso Marta Castano Torres e altre due donne cinesi ed è stato protagonista anche della breve fuga fino al fermo avvenuto nella abitazione della sorella e della madre a Ottavia.

La polizia continua ad indagare. Al momento, nonostante la parziale confessione di Giandavide De Pau, già autista e guardaspalle del boss Michele Senese, ci sono ancora punti oscuri. A cominciare dal movente, che viste le condizioni in cui De Pau è stato trovato, potrebbe anche non essere chiarito mai.

L’uomo accusato di triplice omicidio avrebbe vagato per Roma per più di un giorno fino a quando la sorella ha confessato i suoi sospetti ai carabinieri e con la polizia, già sulle sue tracce, che lo ha sottoposto a fermo. Nel suo interrogatorio durato sette ore, De Pau non ha spiegato il perché ha aggredito Marta Castano Torres in via Durazzo e poi la 25enne e la 45enne cinesi in via Augusto Riboty. L’ex autista di del boss Senese ha detto non ricordare nulla dell’incontro con la colombiana e di aver visto solo sangue nell’appartamento delle donne cinesi.

Secondo quanto raccontato dall’uomo, ha vagato per circa due giorni per la città senza dormire e mangiare, con gli abiti ancora sporchi di sangue. Nel corso dell’interrogatorio, De Pau ha sostenuto che la sera prima l’ha trascorsa con una ragazza cubana con cui ha consumato anche cocaina e di avere poi preso appuntamento con il “centro massaggi” gestito dalle cinesi.

L’uomo, che nel 2008 e nel 2011 è stato ricoverato in un centro psichiatrico, era in cura presso un Sert e seguiva un percorso farmacologico dopo che gli era stata diagnosticata una patologia legata al disturbo della personalità.

Nelle prossime ore è attesa l’udienza di convalida del fermo davanti al gip, nel carcere di Regina Coeli. Bisogna capire cosa sia scattato nella mente di De Pau.

Nei suoi confronti l’accusa è di triplice omicidio aggravato. I pm non gli contestano la premeditazione. Oggi verrà affidato l’incarico al medico legale per eseguire le autopsie delle tre donne uccise giovedì a Roma.

L’atto istruttorio verrà effettuato all’istituto di medicina legale del Gemelli dove si trovano le tre salme. Obiettivo di chi indaga è tentare di accertare che le ferite sui corpi delle tre prostitute, una donna colombiana di 65 anni e due ragazze asiatiche, ancora non identificate ma probabilmente cinesi, siano state provocate dalla stessa lama.


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