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Operatori costretti a fare il “lancio” del rifiuto perché mandati ad operare su mezzi progettati per lo svuotamento dei cassonetti da 1.100 litri privi del volta sacchi. Lavoratori che devono raccogliere a mano i rifiuti che restano a terra, ai piedi delle pattumiere. Squadre che lavorano senza i dispositivi di protezione individuali necessari allo svolgimento delle loro mansioni, a partire dai guanti. C’è pure chi spazza su strade principali aperte al traffico, senza l’ausilio della segnaletica mobile. Esposti dunque al rischio. A questo si aggiungono poi impianti e officine che cadono a pezzi, dove lamiere penzolanti fanno da grondaie. Spogliatoi al gelo, senza docce o addirittura invasi dalle pulci. I sindacati tornano nuovamente a evidenziare le condizioni di lavoro in Ama. Lo fanno a margine del braccio di ferro con la dirigenza sui lavoratori temporaneamente inidonei: quelli che l’azienda voleva lasciare a casa, senza stipendio e per i quali invece – dopo proteste e minaccia di sciopero – è scattato il congelamento della sospensione in attesa di nuova visita e ricollocazione.

Nella lettera aperta indirizzata al presidente di Ama, Daniele Pace, le organizzazioni sindacali respingono ogni ipotesi che vuole i dipendenti della municipalizzata che si occupa di raccolta e gestione rifiuti dei “fannulloni”. Furbetti pronti ad ingannare anche i medici del lavoro per farsi certificare patologie inesistenti.

La verità, sottolineano Fp Cgil, Fit Cisl e Fiadel, “è che lavoratrici e lavoratori sono chiamati ad operare con mezzi e con modalità che, spesso, mettono a rischio la loro salute e la loro incolumità, creando anche le condizioni, nel medio e lungo periodo, per l’insorgere di patologie alle articolazioni ed alla schiena”. Quelle che hanno portato un centinaio di loro ad essere considerati inidonei temporanei.

“Chi dirige l’Azienda – incalzano i sindacati – non può ritenersi perciò esente dal conoscere cosa realmente accade, quotidianamente. Nè può ritenersi esente dall’obbligo di intervenire urgentemente e fattivamente, oltre che dall’evitare illazioni su presunte “miracolose” guarigioni. Perché in Ama l’unico vero miracolo è rappresentato dal senso del dovere di chi, malgrado tutto, ogni giorno, cerca di lavorare, spesso rimettendoci di salute”. Da qui la richiesta delle scuse da parte del Presidente Pace e il monito affinchè Ama avvii percorsi formativi per tutti, vecchi e nuovi assunti, relativi a come tutelare la propria salute quando si lavora. “Il vero valore di Ama – scrivono le organizzazioni sindacali – sono i lavoratori, vanno tutelati”. La guerra fredda in seno alla municipalizzata è appena iniziata.


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