By Nell’oscura trama della vita a Ostia, un capitolo di sangue si è chiuso con la condanna di Emanuele Caradonna, 55 anni, il cui nome rimarrà per sempre legato all’efferato omicidio di Fabrizio Vallo, 48 anni.
La sentenza, giunta dopo un processo accelerato, ha inflitto a Caradonna una pena di diciotto anni di carcere per omicidio volontario dell’uomo a Ostia.
L’atroce omicidio, avvenuto all’inizio dell’anno scorso, ha lasciato un segno indelebile sulla costa laziale. La vittima, Vallo, fu abbattuta con freddo cinismo all’interno dell’androne del palazzo in cui risiedeva a Ostia Lido, in via del Sommergibile al civico 29.
L’omicida, Emanuele Caradonna, ha subito la condanna dopo un processo con rito abbreviato, Ostia non è ancora riuscita a superare la violenza e l’efferatezza di questo omicidio
La narrazione di questa tragedia inizia nell’oscura serata del 3 febbraio dello scorso anno. Caradonna, noto anche come “Manilo”, si appostò sotto la dimora di Vallo, chiamandolo per nome prima di scaricare undici colpi di pistola a distanza ravvicinata.
La vittima, un ex sorvegliato speciale con trascorsi per rapina, non ebbe scampo. I proiettili lo raggiunsero implacabili, colpendolo al volto e all’addome.
La fuga di Caradonna, inizialmente avvolta nel mistero mafioso, ebbe vita breve. Nel giro di poche ore dall’esecuzione, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Ostia rinvennero un vero e proprio arsenale nella sua auto, una Nissan parcheggiata a Fiumicino. Bombe artigianali e sei pistole, di cui una con matricola abrasa, confermarono la natura spietata dell’assassino.
Il movente del delitto, emerso durante le indagini condotte dall’Arma, rivela una storia di dispute e tensioni legate all’occupazione di un alloggio popolare in via Guido Vincon 22.
La dimora, abitata dalla nonna di Vallo e successivamente dalla zia materna, diventò il campo di battaglia di una contesa tra la vittima e l’ex convivente di Caradonna.
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