By Body cam, impianti di videosorveglianza e allarme, strumenti di monitoraggio da remoto e contatto diretto con le forze dell’ordine: questi sono gli scudi moderni proposti dai sindacati per difendere gli autisti dei bus Atac dalle sempre più frequenti aggressioni.
Una realtà in cui gli autisti impiegati del trasporto pubblico locale Atac diventano vittime di violenza ingiustificata, soggetti a pugni, sassaiole e attacchi motivati da futili ragioni.
In un incontro recente presso la Prefettura, sindacati come Filt-Cgil Roma e Lazio, Fit-Cisl Lazio, Uil Trasporti Lazio e UglFna hanno avanzato proposte innovative per contrastare questo allarmante fenomeno.
La richiesta di istituire un Osservatorio permanente ha trovato il supporto di Comune e Prefettura, ponendo le basi per una piattaforma di monitoraggio, consultazione e proposta finalizzata a proteggere i lavoratori del settore.
I sindacati evidenziano la necessità di isolare il posto guida sui bus, chiudendo completamente le cabine, un’azione che risulta essere già in pratica o fortemente richiesta a livello globale.
Inoltre, si sottolinea l’importanza di dotare i lavoratori di strumenti di autodifesa, contribuendo così a creare un ambiente più sicuro per chi opera nel trasporto pubblico.
L’analisi delle linee, degli orari e delle aree a rischio è vista come una tappa cruciale per individuare le criticità e garantire interventi mirati da parte delle forze di sicurezza locali a protezione degli autisti Atac.
Le organizzazioni sindacali vanno oltre, richiedendo un inasprimento delle pene attraverso l’adozione di un Daspo urbano per gli aggressori. Propongono inoltre corsi di formazione per i lavoratori e campagne di sensibilizzazione, inclusa la diffusione di messaggi educativi a bordo dei mezzi.
In sintesi, la proposta sindacale mira a creare un sistema integrato di sicurezza che, attraverso la tecnologia e la collaborazione istituzionale, protegga gli autisti dei bus e il personale del trasporto pubblico da un fenomeno inaccettabile di violenza urbana.
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